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Le infinite possibilità che non scegliamo



Negli anni in cui la mia età era composta da una sola cifra, a chiunque provasse a domandarmi cosa avrei fatto da grande, io rispondevo ‘Lavorerò alla NASA’.

A fare cosa non avrei saputo rispondere, la guardiana, l’astronauta, l’addetta alle pulizie o alle file per le attrazioni turistiche; fatto sta che per i miei genitori rappresentava un evidente slancio di creatività e questo lo percepivo dalle espressioni soddisfatte che tiravano fuori quando toccava a me svelare le ambizioni.

Ho mantenuto un’attrazione che definirei viscerale nei confronti dell’Universo, ho anche visitato la NASA, ma non ho ancora avuto il piacere di lavorarci.

Poi, quella bambina, poco più in là negli anni, ha cominciato a pensare di voler fare lettere classiche e filosofia, per poi lasciarsi travolgere dal cordone familiare scegliendo la carriera di studi in farmacia.

Ho capito abbastanza in fretta che quella non sarebbe stata la mia storia, ma ho provato un’enorme resistenza accompagnata dal senso di vergogna e fallimento.

Non sapevo come comunicare al mondo il mio errore, ho tenuto questo segreto per anni, finché, durante un pranzo di famiglia ho confessato che volevo diventare una cuoca.

Ovviamente a resistere, adesso, erano loro. Implorandomi di terminare gli studi ormai giunti al quarto anno, mi hanno comunque lasciata cominciare l’accademia di cucina che avevo scelto per questo nuovo percorso.

A ventitré anni ero diplomata in una delle migliori scuole d’Europa e partivo alla conquista dei giganti noncurante dell’estrema fatica che questo avrebbe comportato.


Una serie infinita di avventure e molti incontri interessanti mi hanno avvicinata, negli stessi anni, a una bella dose d'interessi che mi sembravano futuri possibili distanti dalla cucina.


Un giorno, mezza rotta e a piedi scalzi sono tornata a casa vuota.

Non avevo più niente.

Non una vita mia, né una vita vera, né la vita che avrei voluto.


Non avevo neanche Hélène e questa era la conseguenza di un malessere enorme, che ha preso forma dentro di me negli anni.

Ho iniziato a strappare tutte le piante che avevo curato nel mio giardino, era rimasta solo l'ortica e poche altre infestanti. Non volevo vedere più niente di costruito, volevo solo aspettare di vedere cosa sarebbe nato spontaneamente.

ACHENI è nato in un vuoto che voleva contenere e così, questa creatura preziosa, ha avuto il tempo di crescere e modificarsi e si sta ancora espandendo.

Contiene molte più cose di quante ne sappiamo comunicare ed è anche per questo che siamo in cerca di qualcuno che ci aiuti in questo compito.


Oggi siamo in due città e le abbracciamo con tutte e quattro le nostre braccia, ma la verità è che stiamo andando oltre e altrove.

E non vediamo l'ora di portarvi con noi.


Perché siamo convinte che i percorsi inaspettati, creano possibilità infinite.



E se vi viene in mente di consigliarci un'agenzia di comunicazione e marketing scrivetecela nei commenti ;)



Grazie dei percorsi che create con noi, ve ne siamo immensamente grate!


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