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Immagine del redattoreA C H E N I

Dei ricordi belli, Quelle Tre


C’era una volta un progetto romano di cucina e arte, in questo progetto le figure di spicco erano tre giovani donne e, per questo motivo, la nostra mania di ridurre tutto al succo del discorso ci fece scegliere l’unico nome possibile per questa avventura: ‘Quelle Tre’. 

Questo ambizioso progetto non avrebbe mai potuto vedere la luce senza una rete di amicizie meravigliose che ci hanno aiutato dalla redazione del logo, alla ricerca di location uniche sparse per Roma, fino ad arrivare a fare da cuoche alla casa di produzione cinematografica ‘il Kino’ che ci ha portate alla 73° Mostra del Cinema di Venezia, dove un attore (all’epoca) meno famoso, rapito dal sapore dei nostri biscotti per la colazione, li sfilava, ad ogni passaggio, prontamente e senza farsi scoprire da noi, dai barattoli posizionati nel soggiorno. È stata l’esperienza che più di ogni altra porteremo nel cuore, non solo per l’eterogeneità delle figure che animano i nostri ricordi, ma anche per una serie di eventi da backstage che noi di Quelle Tre ci siamo trovate a vivere. La cosa più bella in assoluto è stata vedere che la cucina di Villa Tagadà è diventata, per tutti, dagli attori ai produttori, dal regista alla stampa, il centro nevralgico dell’universo.

Ognuno aveva dieci minuti per venirci a chiedere, per raccontare, per confrontarsi, perchè niente più del cibo lega le persone e così, non dimenticheremo facilmente l’applauso della stampa sulla pasta alla crema di peperoni arrostiti e olive, i biscotti che diminuivano esponenzialmente tanto da doverli nascondere ad Alessandro Borghi prima che ne rimanesse sprovvisto per la colazione del giorno dopo, l’abbraccio di Concita Di Gregorio e le parole di incoraggiamento a ‘Quelle Tre’ giovani donne che, senza spinte, all’inizio della loro carriera potevano già vantare un curriculum da Leone d’Oro. E poi Lucilla, una produttrice fuori dai canoni, una donna di sostanza che non si è fermata un’attimo, che rincuorava tutti nei momenti di maggior tensione e che ci ha amate moltissimo, scambiando con noi saperi e indirizzi.

Insomma, al piano terra di una villa storica nel Lido di Venezia, durante la 73° Mostra del Cinema, in una stanza quadrupla dove dormivamo noi tre e la nostra meravigliosa amica-portento Arianna Del Grosso, con la porta della cucina difronte alla porta della stanza, si sono succedute giornate uniche dove tutti eravamo una famiglia improvvisata e disordinatamente perfetta, piena di tutti i potenziali possibili che una situazione così può generare.


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